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Auteur Sujet: LE CSC RACONTE PAR CALCIO AFRICANO  (Lu 1712 fois)

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LE CSC RACONTE PAR CALCIO AFRICANO
le: 30 janvier 2019 à 16:49:45 »
ALGERIA, L’ARTE DIFENSIVA DEL CONSTANTINE
By Vincenzo Lacerenza - gennaio 23, 2019
Nella millenaria storia di Costantina, antica capitale del regno di Numidia oggi celebre per i meravigliosi ponti a strapiombo sui canyon scavati dal fiume Rhumel decantati nelle opere di Guy de Maupassant, le arti difensive hanno sempre contato molto: due secoli fa, ad esempio, nella mitologica battaglia di Costantina l’ultimo governatore ottomano, Ahmed Bey, è riuscito a vanificare l’assedio dei francesi, barricandosi all’interno delle mura e posizionando a difesa delle porte della città 1500 cavalieri berberi, cabili e arabi, ben addestrati e determinati a spezzare l’assedio francese.

Il calcio non fa eccezione. Il Club Sportif Constantinois, tornato sul tetto d’Algeria a oltre vent’anni di distanza dall’ultimo trionfo, è approdato per la prima volta alla fase a gironi della CAF Champions League. Risultato raggiunto senza cambiare di una virgola l’approccio pragmatico e speculativo grazie al quale ha fatto fortuna nella scorsa Ligue 1, ottenendo al termine della stagione il secondo titolo della propria storia.
Anzi, la granitica difesa neroverde, imperniata su alcuni protagonisti del titolo come Houcine Benayada, Nasreddine Zaalani e soprattutto il carismatico capitano Walid Bencherifa, si sta rivelando il vero punto di forza del Constantine anche in questa stagione, soprattutto in CAF Champions League. Senza contare l’apporto indispensabile di Sid Ali Lamri, faro e diga invalicabile del centrocampo, tra gli artefici della Champions League conquistata dal Sétif nel 2014.
CS Constantine in the #CAFCL this season:

0-0 vs GAMTEL
1-0 vs GAMTEL

1-0 vs Vipers
2-0 vs Vipers
1-0 vs Club Africain
3-0 vs TP Mazembe
6 games, 5 wins, 1 draw, 8 goals scored .. and especially 0 goals conceded. Incredible

Finora la campagna continentale dei Sanafirs è stata stupefacente. Merito anche del recente avvicendamento in panchina, rivelatosi un vero e proprio toccasana per gli algerini: delle sei gare giocate in questo torneo, compresi i preliminari, gli uomini di Denis Lavagne, arrivato a inizio dicembre per sostituire il condottiero del titolo Abdelkader Amrani – esonerato dopo un avvio di campionato non in linea con le aspettative – ne hanno vinte cinque (di cui tre in trasferta) e pareggiata una, ma soprattutto hanno segnato otto gol e non ne hanno subito nemmeno uno, a testimonianza di un’impermeabilità difensiva davvero invidiabile.
Non solo: se contiamo tutte le competizioni, la rotonda vittoria per 3-0 sul Mazembe in uno Stade Chahid Hamlaoui (intitolato a uno dei martiri dell’indipendenza) traboccante d’entusiasmo, seguita al blitz esterno contro il Club Africain della settimana prima, è stata la decima ottenuta dai neroverdi negli ultimi undici incontri.

Numeri impressionanti, da record, sui quali c’è lo zampino inconfondibile di Lavagne, un fine conoscitore del calcio africano. In passato il francese è stato già al timone dei tunisini dell’Étoile du Sahel, dei marocchini del Maghreb di Fès e degli egiziani dell’Ittihad di Alessandria e dello Smouha, senza contare l’esperienza alla guida dell’Al-Hilal Omdurman in Sudan e un’altra al timone dei camerunensi del Cotonsport di Garoua, condotti sino alla finale di CAF Champions League nel 2008:
dichiarava fiducioso durante la cerimonia di presentazione.
Obiettivo tutto sommato raggiunto in tempi brevi: il Constantine, secondo alcuni la formazione più antica d’Algeria e una delle più anziane d’Africa (c’è discordanza sulla data di fondazione), comanda a punteggio pieno il proprio raggruppamento in Champions e ha risalito la china in campionato, impennando sino al terzo posto attuale grazie, come detto alla propria retroguardia (4 clean sheets nelle ultime quattro partite), e alle reti di Ismail Belkacemi. Il bomber Lamine Abid, invece, è partito a rilento ed è ancora molto lontano dai sedici gol con cui ha trascinato i neroverdi al titolo nella passata stagione e grazie ai quali si è guadagnato una storica convocazione in nazionale.
“Voglio rimettere la squadra sulla giusta via”,

dichiarava fiducioso durante la cerimonia di presentazione.
Obiettivo tutto sommato raggiunto in tempi brevi: il Constantine, secondo alcuni la formazione più antica d’Algeria e una delle più anziane d’Africa (c’è discordanza sulla data di fondazione), comanda a punteggio pieno il proprio raggruppamento in Champions e ha risalito la china in campionato, impennando sino al terzo posto attuale grazie, come detto alla propria retroguardia (4 clean sheets nelle ultime quattro partite), e alle reti di Ismail Belkacemi. Il bomber Lamine Abid, invece, è partito a rilento ed è ancora molto lontano dai sedici gol con cui ha trascinato i neroverdi al titolo nella passata stagione e grazie ai quali si è guadagnato una storica convocazione in nazionale.
I successi odierni del Constantine, però, nascono da più lontano. E c’è anche una data precisa per la svolta: il momento in cui, come recita il motto del club seguendo la logica del quale sono stati scelti anche i colori sociali, la speranza ha fatto capolino nel dolore: il 2012.

Sette anni fa la Sonatrach, una grande azienda statale attiva nel settore energetico, ha rilevato i Sanafirs mentre stavano attraversando uno dei periodi più bui della loro gloriosa storia (durante il quale avevano conosciuto anche l’onta della retrocessione dopo lo storico titolo del ’97) e ha amministrato la società fino al 2016 attraverso la Tassili Airlines, una compagnia aerea controllata. Tutto ciò senza badare a spese in fatto di mercato e innescando una rapida ascesa ai vertici del calcio algerino, nella speranza di fare dei neroverdi dell’est una potenza del calcio africano: “Abbiamo siglato un accordo proficuo per entrambe le parti”, gongolavano entusiasti i vari attori della trattativa.

Per capirlo basta dare un’occhiata al monte ingaggi attuale del Constantine, il secondo più alto d’Algeria dopo quello del ricchissimo ES Sétif, che può permettersi di versare ogni mese la bellezza di 63 milioni di dinari in stipendi, l’equivalente di circa 467.000 euro.
Anche così si spiega la rinascita sportiva del Constantine, un club glorioso diventato simbolo della resistenza al colonialismo francese nei primi anni del Novecento e finito sulla bocca di tutti negli anni Settanta per aver vinto una gara di Coppa d’Algeria con il CRB del leggendario Hacène Lalmas solo dopo un’interminabile serie di quasi 100 rigori (48-49), ma decaduto quasi fino a scomparire dai radar dopo aver mandato in estasi un’intera città con la vittoria del campionato nel 1997.
Oggi, due secoli dopo la celebre battaglia omonima, un francese, Denis Lavagne, è entrato trionfalmente a Costantina, ma nessuno si sognerebbe mai di cacciarlo.

Credits
Copertina ©Twitter Maher Mezahi
Foto giocatori Constantine ©Fennec News
CSC